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Erbario

Camomilla

Pianta erbacea annua, spontanea nei luoghi erbosi ed incolti. Fiorisce da maggio a settembre. Appartiene alla famiglia delle Composite. Già conosciuta nel periodo greco-romano, venne spesso confusa con i fiori di altre composite. L'impiego, per uso interno ed esterno, risale al medio evo.

Ha caule eretto (20-30cm.), ramoso; foglie bipennato-partite, a segmenti lineari allungati; fiori in capolini corimbiformi con fiori ligulati bianchi, alla periferia, tubulosi al centro.

Sono officinali i fiori che vanno raccolti in piena fioritura ed essiccati all'ombra. Di odore aromatico e sapore amarognolo, contengono un'essenza caratteristica (0,53%, miscuglio complesso di varie sostanze (azulene); un glucoside (apigenina 3%), un principio amaro (acido antemico), colina, inosite, sostanze resinose e pectiche, numerosi acidi.

Le proprietà terapeutiche della camomilla vengono attribuite, fondamentalmente, all'azulene che esplicherebbe attività antinevralgiche (nevralgie del trigemino, odontalgie, mialgie ecc.) ed antispasmodiche (crampi dello stomaco, gastrite, enterite, costipazione spastica ecc.).

Leclere ha osservato che, spesso, l'infuso di camomilla è inefficace perché mal preparato e suggerisce l'infuso non inferiore ad un cucchiaio da tavola di fiori per una tazza di acqua bollante (infusione per un'ora, filtrare per tela con leggera pressione).

Kosch prescrive cinque cucchiaini da tè di fiori per una tazza di acqua bollente (infusione per otto ore, due tazze al giorno).

L'azione sedativa ed analgesica, rispettivamente, dell'azulene e dei glucosidi sulle terminazioni nervose, spiega l'efficacia delle medi-cazioni esteme a base di camomilla. L'applicazione sulle ferite stimola il processo di granulazione, nella fase iniziale della cicatrizzazione, mentre ha azione inversa quando la ferita e avviata a guarigione.

Si adopera anche per la cosmesi, per dare lucentezza e splendore a capigliature bionde.

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