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Erbario

Rosmarino

È un fruttice spontaneo e coltivato, preferisce luoghi asciutti, raggiunge anche due metri di altezza. Fiorisce da marzo ad ottobre. Appartiene alla famiglia delle Labiate.
Il nome deriva dal latino (ros = rugiada - marinus = marino), rugiada del mare, perché cresce spontaneo nei pressi del mare.
Era noto nell'antichità ed usato, con l'alloro ed il mirto, per intrecciare corone mentre al suo profumo si attribuivano proprietà afrodisiache. L'aroma è dovuto ad un olio essenziale ottenuto, per distillazione, la prima volta, da Raimondo Luilo, nel 1330.
È incluso, fra le piante da coltivare obbligatoriamente, nel "Capitulare" di Carlo Magno.
La fama di questa droga è legata alla guarigione di numerosi regnanti. L'"acqua di rosmarino" guarì dalla gotta e dai reumatismi la settantaduenne regina Elisabetta d'Ungheria, vissuta nel XIV secolo; Luigi XIV ed altri illustri personaggi.
Ha caule eretto o prostrato, ramoso; foglie opposte, numerose, acuminate alla sommità; fiori raccolti in spicastri; frutto di quattro acheni; odore aromatico che, intenso nelle foglie fresche, si attenua in quelle secche; sapore amaro ed aromatico.
Si adoperano le foglie che, raccolte in estate, essiccate rapidamente all'ombra, contengono un glucoside, un principio amaro, saponina acida, olio essenziale, sostanze tanniche, una canfora speciale ecc.
L'olio essenziale è rubefacente, all'esterno, irritante, all'interno. Le foglie hanno proprietà stimolanti sul sistema nervoso, colagoghe ed emmenagoghe; somministrate in dosi eccessive irritano il tubo gastro-enterico ed i reni.
L'azione stimolante del rosmarino nella secrezione gastrica ne giustifica l'impiego nei condimenti.
Come stimolante e tonico si adopera l'infuso oppure l'essenza. Come revulsivo, per uso esterno, si adopera l'estratto alcoolico E' d'uso popolare bruciare le foglie come deodorante.

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