Comune nelle siepi e nei boschi delle nostre regioni. Fiorisce da aprile a giugno. Appartiene alla famiglia delle Cucurbitacee. Pianta perenne, erbacea, con grossa radice, amara, carnosa, ramificata; caule delicato, rampicante, con peli corti, munito di cirri filiformi; foglie palmate, picciuolate, con lobi grandi, ovali, margine ondulato e dentato, superficie ruvida al tatto; fiori dioici in racemi ascellari, i maschili con calice campanulato, i femminili con calice a tubo globuloso, corolla di entrambi gialliccia; frutto, una bacca grande quanto un pisello, verde, acerbo, poi rosso; semi ovoidali, chiazzati di nero. Si adopera la radice, di sapore amaro, che contiene due glucosidi, un olio essenziale, sostanze resinose e pectiche (brioresina), gomme ecc. Nota sin dall'antichità, l'azione drastica della radice è stata scarsamente utilizzata per la forte azione irritante della droga sull'intestino. Viene adoperata come diuretico per favorire l'eliminazione dei liquidi sierosi. Cura la pertosse, reumatismi, nevralgie e contusioni. E' da tenere presente che trattandosi di una pianta velenosa, la somministrazione come purgante va presa con molta attenzione.
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