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Erbario

Sabina

Arbusto cespuglioso, sporadico nelle zone boscose e rupestri.
Fiorisce da aprile a giugno. Appartiene alla famiglia delle Conifere.
Ha fusto eretto o strisciante, rami decombenti; corteccia rossastra; foglie opposte, diverse a seconda del ramo o dell'età stessa del ramo; gli amenti staminiferi sono ovali, quelli ovuliferi formano delle infruttescenze (galbuli) ovali o rotonde, grosse come un pisello, di colore violaceo.
Nel periodo greco-romano, la sabina era adoperata nelle malattie degli animali. Inclusa, da Carlo Magno, nel "Capitulare", fra le piante da coltivare, ebbe grande diffusione.
Si adoperano i ramoscelli terminali che, raccolti in aprile-maggio e disseccati, contengono un olio essenziale molto complesso per quanto riguarda i componenti, un glucoside (pinipicrina), resine, tannino, acido gallico.
Malgrado che questa droga sia iscritta in parecchie formacopee, è generalmente sconsigliata e di uso pericoloso, perché la sua azione emmenagoga e, a dose più alta, abortiva è facilmente accompagnata da pericolose metrorragie, da nefriti emorragiche e da violenta irritazione del tubo digerente con bruciore alla bocca ed alla gola, vomito, dolori addominali, diarrea, che può aggravarsi sino alla perforazione intestinale ed alla peritonite.

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