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Storia

Gli Aragonesi

Montella si arrese, nel giugno del 1441, ad Alfonso d'Aragona, che, l'anno seguente, era il sovrano di un vasto regno, che comprendeva, in Spagna, l'Aragona, la Catalogna, Valenza e le Baleari e, in Italia, il Napoletano, la Sicilia e la Sardegna.
Nel 1445 il feudo di Montella fu venduto al capitano Garsìa Cavaniglia, nativo di Valenza.

Tra la fine di aprile e il principio di maggio di quell'anno il nuovo feudatario ospitò per una battuta di caccia, nel castello del Monte, il re Alfonso. Garsìa morì in combattimento, in Toscana, mentre era impegnato, al servizio del re, in una spedizione militare per la conquista del ducato di Milano. A lui successe il figlio Giovanni Cavaniglia; a questi, nel 1475, il fratello Diego Cavaniglia, che ebbe il titolo di Conte di Montella.

Il 28 luglio del 1480 i Turchi si impadronirono di Otranto e Diego ebbe ordine di raggiungere l'esercito, al quale era stato affidato il compito di riconquistare la città. Nel settembre del 1481, ferito al ginocchio da una freccia, morì a soli 28 anni. La sua salma fu trasportata a Montella ed è sepolta nella sacrestia di S. Francesco, in un mausoleo, che è una magnifica opera d'arte del Rinascimento.

Il sarcofago è sorretto da tre cariatidi, che raffigurano la Prudenza, la Giustizia e la Temperanza. Sul coperchio del sarcofago è riprodotta l'effigie del conte, che personifica la quarta virtù cardinale, la Fortezza.

La vedova di Diego, Margherita Orsini, amministrò il feudo per il figlio Troiano di appena due anni. Questi, tra il 1498 e il 1501, ospitò nel suo palazzo feudale di Avanticorte, vari esponenti dell'Accademia Pontaniana, di cui lui stesso fece parte, che cantarono le bellezze naturali della nostra terra. Il veronese Giovanni Cotta ricorda il Calore, delizia degli uomini, amore delle ninfe, legato con patto eterno a Montella, che lo alimenta col suo dolce seno. Giano Anisio di Domicella saluta le fresche acque, le selve, i boschi di castagni di Montella, raffigurata come una delle nobili ed agiate ninfe di montagna. Iacopo Sannazzaro trovò tra i nostri monti l'ispirazione dei suoi canti pastorali, dedicando al Cavaniglia due egloghe ed una "selva".

Intanto Luigi XII e Ferdinando il Cattolico, nel novembre del 1500, si erano accordati a Granata, per spodestare l'ultimo re aragonese, Federico, e dividersi il regno di Napoli. La Campania e gli Abbruzzi furono assegnati alla Francia; la Puglia e la Calabria, alla Spagna.

Ma i patti conclusi non eliminarono i contrasti all'atto della spartizione e Francesi e Spagnoli vennero alle armi. Il Conte Troiano parteggiò prima per i Francesi e poi per gli Spagnoli. Il 28 aprile del 1503 assalì tra i nostri monti una schiera di Francesi in ritirata verso Giffoni. Questi perdettero, tra morti e feriti, più di 200 uomini. Lo stesso anno con le vittorie di Consalvo di Cordova, gli Spagnoli divennero padroni del regno.

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