Una parola per volta per imparare il dialetto montellese
nzànzare : chiacchiere calunniose
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Gli SveviNel 1189, in seguito alla morte del re normanno Guglielmo II, scoppiò una guerra di successione, tra Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa e marito di Costanza ultima discendente legittima degli Altavilla, e Tancredi, conte di Lecce, discendente illegittimo degli Altavilla. Il feudatario di Montella, Riccardo d'Aquino, parteggiò per quest'ultimo, che gli era cognato. Dopo la vittoria di Enrico VI, Riccardo fu arrestato, chiuso nella fortezza di Capua e condannato a morte. Riccardo, legato alla coda di un cavallo, fu trascinato per le vie di Capua e poi appeso alla forca per i piedi, affinché la sua agonia fosse più lunga e dolorosa. Tutti i beni del condannato, compreso il feudo di Montella, furono sequestrati ed assegnati al capitano tedesco Diopoldo di Schweisspeunt. Verso il 1220 il feudo di Montella tornò ai d'Aquino, nella persona di Tommaso I. Intanto a Enrico VI, morto il 1192, e a Costanza, morta il 1198, successe il figlio di pochi anni Federico II, che rimase sotto la tutela del Papa Innocenzo III, fin quando non raggiunse la maggiore età. La figura di Federico II è una delle più importanti del periodo, a differenza dei suoi predecessori, era un uomo di grande cultura, ridusse la potenza dei Feudatari, abbolì la servitù della gleba, stipulò contratti commerciali con popoli non cristiani: Arabi, Ebrei, Greci, che destò non poco scandalo, incoragiò la coltura di nuove piante. La sua corte diviene un grande centro culturale, si circonda di scrittori, filosofi, matematici e scienziati e fondò l'Università di Napoli. La sua corte divenne, con Oxford e Parigi, uno dei centri di studio della matematica dell'Europa latina e vi fiorì la Scuola Poetica Siciliana che per prima usò il volgare nei componimenti. Uno degli esponenti della scuola siciliana fù il montellese Rinaldo D'Aquino, rimatore e falconiere della corte di Federico II. A Federico successero i figli, Corrado nel 1250 e Manfredi nel 1254. Ma il Papa Clemente IV, di origine francese, vedendo che sotto la guida degli Svevi ripigliava forza il partito ghibellino italiano, nel 1265, offrì la corona del regno di Sicilia a Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia. Carlo accettò l'offerta del Papa e venne in Italia. Nel febbraio del 1266, a Benevento, Manfredi fu sconfitto e ucciso in battaglia. Due anni dopo Corradino, figlio di Corrado IV, vinto e fatto prigioniero a Tagliacozzo, fu giustiziato a Napoli, in piazza Mercato. Ebbe così fine la potenza tedesca degli Svevi.
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