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Una parola per volta per imparare il dialetto montellese
pandàno : acqua stagnante, sporca
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San Francesco
Nell'inverno del 1224 i frati erano rimasti bloccati dalla neve, nel convento povero, sperduto nel bosco infestato da torme di lupi e di orsi. Chiesero aiuto al Signore. Non c'era un'anima viva; non c'era orma di piede sulla neve. Dinanzi alla porta, un sacco di pane fragrante di freschezza, e sul sacco, il contrassegno dei gigli di Francia. Francesco, che era alla corte di Luigi VIII, aveva affidato agli angeli il pane per i suoi frati, chiesto per carità al re. La tela del sacco fu conservata per tre secoli come tovaglia di altare.
Nel 1594 fu completato il solido ed elegante
Nel 1776 i frati contrattarono la costruzione delle opere in legno per il coro e la sacrestia. Con la soppressione degli Ordini religiosi i Frati furono mandati via dal Convento, che rimase in abbandono. Nel 1872, il 12 novembre, il convento e la Chiesa furono ceduti dallo Stato al Comune, perché venissero trasformati in Cimitero o fossero adibiti ad altro uso di utilità e beneficenza. Non essendo stata possibile una qualsiasi stilizzazione dell'immobile, nel 1874, e di nuovo nel 1876, si tentò di affidare ai Minori Conventuali la custodia della Chiesa monumentale, ma la soppressione degli Ordini religiosi aveva dispersi i frati e non si riuscì a realizzare niente di concreto. Il convento fu abitato all'inizio di questo secolo da una comunità femminile. Durante la prima guerra mondiale, accolse i profughi del Veneto invaso dagli Austriaci. Dopo decenni di abbandono e di devastazioni, furono necessari restauri sostanziali, per riaprire al culto la chiesa e rendere abitabile il convento. Parte degli antichi arredi sacri e dell'argenteria della Chiesa fu provvidenzialmente acquistata, al tempo della soppressione, dall'Avvocato Vincenzo Bruni seniore, il quale impedì così che quegli oggetti preziosi, testimonianza dell'antica floridezza spirituale ed economica del convento, venissero dispersi. Il nipote, Avv. Vincenzo Bruni iuniore, generosamente li restituì ai Frati Minori Conventuali, che, nel 1935 tornarono nel loro convento sette volte secolare.
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