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Storia

Foro e Castello

Per gli abitanti della valle era necessaria una piazza, il forum, luogo di riunione e di mercato. La scelta cadde sul territorio posto tra il Bagno e la Bollentina, zona ricca di pascoli e di acque e centrale rispetto a tutta la valle.

Il foro fu dotato di un tempietto dedicato a Giano; di un portico, che serviva da mercato coperto, di tre tabernae, dove si poteva prendere cibo e riposo.

Le due rive del Calore erano unite da un solo ponte, opera irpina, sul quale passava la via, che, per le Mezzane e le Pariti, veniva dal Salernitano. Per rendere meno incomodo agli abitanti del lato destro del fiume l'accesso al foro, furono costruiti, più a valle, i ponti di Cassano e di Stratola.

Nei pressi di quest'ultimo, una fontana porta ancora il nome di Augusto, datele dai veterani, per riconoscenza all'Imperatore che li aveva beneficati assegnando ad essi le terre confiscate agli Irpini.

I fieri Irpini non erano certo soddisfatti dello stato di vassallaggio, al quale erano stati ridotti. Mordevano il freno e spiavano l'occasione propizia, per tentare la rivincita e tornare padroni indisturbati del loro destino e delle loro terre.
Ma anche i Romani vigilavano e, aiutati probabilmente dai Fundani, costruirono, a mezza costa del Monte Sassetano, un castello, che servisse ad essi di difesa contro eventuali sommosse irpine e richiamasse ad una prudente ubbidienza chi fosse tentato di attuare propositi di ribellione.

Romano è il Torrione, l'alta torre rotonda, fornita di cisterna seminterrata nella quale si può guardare da un'apertura, fatta in tempi recenti a colpi di scalpello.
Romano è anche il muro, dalla forma di quadrilatero quasi regolare, in cui è racchiuso il Torrione.
Sulla sommità del muro correva un camminamento, protetto verso l'esterno da un parapetto. Da esso vigilavano i soldati di guardia. Il lato sud del quadrilatero fu rinforzato, al tempo dei Longobardi, con una scarpata.
Nel lato orientale si apre una porta ad arco. Questa è fiancheggiata, a destra di chi entra, da una torre quadrata, nella quale è una cisterna.
La porta era protetta, all'esterno, da una torre, che è diruta.
Nell'angolo nord-orientale, dalla parte esterna, è murato un bassorilievo di fattura romana, raffigurante Ercole che strozza un serpente.
Il Castello era unito alla valle da una via rotabile, via carraria. Da questa la campagna circostante ha preso e conserva il nome: le Carrara.

Nell'età longobarda fu recinta e fortificata una zona molto vasta, quella che corrisponde all'attuale orto del Convento della Madonna della Neve, per dare rifugio alla popolazione della valle e proteggerla contro le frequenti incursioni e razzie.


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